Iniziativa cantonale contro la genderizzazione

Sarah Regez, presidente del comitato d’iniziativa, in occasione della conferenza stampa del 5 ottobre 2023 a Liestal

Un’iniziativa cantonale promossa nel cantone di Basilea Campagna mira a vietare la lingua gender nella scuola pubblica. La raccolta di firme partirà all’inizio del 2024. L’Associazione Iniziativa di protezione sosterrà gli iniziativisti. «Iniziativa di protezione – Attualità» ha parlato dell’iniziativa con la presidente del Comitato d’iniziativa, Sarah Regez.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: Che obiettivo si pone l’iniziativa cantonale?

Sarah Regez: L’iniziativa cantonale contro la genderizzazione della lingua nella scuola pubblica chiede che l’inserimento, ormai ampiamente diffuso, di caratteri speciali all’interno delle parole, come il doppio punto, il trattino, la barra, l’asterisco e altre forme analoghe, vengano bandite nelle scuole pubbliche del cantone. Lo scopo è di promuovere modalità di scrittura chiare, linguisticamente corrette, comprensibili e leggibili, che facciano uso del maschile inclusivo o prevedano la scrittura completa, in esteso, dei sostantivi in entrambi i generi.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: Quante firme devono essere raccolte entro quale lasso di tempo, e a partire da quando?

Sarah Regez: Per un’iniziativa popolare nel cantone di Basilea Campagna servono 1500 firme valide, che devono essere raccolte e consegnate entro due anni. La raccolta delle firme parte all’inizio del 2024.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: Qual è lamotivazione che la spinge a prendere pubblicamente una posizione così netta contro le genderizzazione della lingua nelle scuole?

Sarah Regez: La lingua è uno strumento straordinariamente potente, soprattutto quando si tratta di spiegare con chiarezza a un interlocutore cosa si intende. La lingua, inoltre, forma e struttura il nostro pensiero. Nelle scuole, è compito dei docenti aiutare gli allievi a sviluppare tali strutture di pensiero e insegnare modalità di comunicazione chiare. Ecco perché non vi è quasi alcun altro luogo in cui l’uso esatto della lingua sia più importante. Il linguaggio gender, tuttavia, è tutt’altro che chiaro, perché da un lato impedisce di descrivere con esattezza i significati e, dall’altro, distrae l’attenzione da contenuti didattici importanti. E, a prescindere da tutto ciò, il cosiddetto «linguaggio sensibile al genere» è grammaticalmente sbagliato e di sicuro non deve entrare nelle scuole.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: Quali sono le reazioni al suo progetto?

Sarah Regez: Una grande maggioranza delle persone reagisce molto positivamente. Il sostegno va dalle cerchie conservatrici, che tendono a favorire i modelli di ruolo classici, fino all’ala femminista progressista, che teme il sacrificio della donna in quanto soggetto sull’altare dell’ideologia gender. Tutti i gruppi concordano su un punto: la lingua gender va troppo oltre, è discriminatoria, inutile e dannosa.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: Ha già qualche anticipazione sul comitato d’iniziativa?

Sarah Regez: La nostra iniziativa si rivolge ad un ampio spettro di portatori d’interesse nei vari partiti politici e in numerosi settori apolitici. Il comitato d’iniziativa godrà pertanto di un’ampia rappresentanza.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: Si tratta solo di lingua o c’è anche dell’altro dietro lal linguaggio gender?

Sarah Regez: Sebbene l’iniziativa riguardi principalmente la lingua scritta e parlata nella scuola pubblica, vale comunque la pena interrogarsi sulle origini e gli scopi di un’ideologia che vorrebbe sbarazzarsi della dualità dei generi, e soprattutto perché questi argomenti finiscono così spesso al centro dell’attenzione nei presunti «luoghi protetti dell’infanzia» come la scuola pubblica.

Non penso sia un caso se i fautori più accaniti della lingua gender sostengano anche la distribuzione di libri con «padri incinti» per un pubblico di bambini tra i 4 e gli 8 anni, promuovano una educazione basata sulla sessualizzazione precoce e sostengano la «lettura di fiabe per fanciulli da parte di drag queen», dove, si noti, le drag queen sono uomini adulti in abiti femminili che danzano e leggono libri «speciali» per bambini.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: La genderizzazione del linguaggio si prefigge di includere le minoranze, perché vi opponete?

Sarah Regez: La lingua gender non include proprio nessuno, poiché non è affatto chiaro a chi o cosa si rivolga l’asterisco gender. È inaudito mettere paura ai bambini e farli sentire in colpa perché, non usando il linguaggio gender, potrebbero discriminare qualcuno. Ecco, tra l’altro, perché abbiamo scelto il «mostro gender» come soggetto della nostra iniziativa. L’ideologia plagia i bambini e proibisce loro di pensare liberamente, per timore di operare discriminazioni.

INIZIATIVA DI PROTEZIONE – ATTUALITÀ: Quale consiglio darebbe a padri e madri preoccupati e critici nei confronti dell’ideologia gender?

Sarah Regez: È già un bene fare parte della cerchia di genitori preoccupati che si interessano ai contenuti che vengono dispensati quotidianamente ai loro figli nella scuola pubblica. È molto importante che i genitori analizzino con attenzione le dispense e i libri di scuola che vengono consegnati ai loro figli. È anche utile assistere alle lezioni in classe, perché è l’unico modo di scoprire lo stile d’insegnamento di un insegnante. Se l’iniziativa venisse adottata, i genitori avrebbero uno strumento giuridico nelle loro mani. Ecco perché l’iniziativa ha bisogno del sostegno dei lettori di «Iniziativa di protezione – Attualità».