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La televisione promuove contenuti ideologici transgender

«Wort zum Sonntag» (la parola della domenica) è un programma che va regolarmente in onda sabato alle 20:00 sulla prima rete delle televisione svizzera di lingua tedesca. Il programma diffonde in prima serata «pensieri cristiani sugli avvenimenti attuali». Sabato 21 gennaio 2023, Lea Wenger-Scherler, pastora riformata di Bürglen (BE), si è rivolta per oltre tre minuti a decine di migliaia di telespettatori in Svizzera facendo propaganda transgender ed esprimendosi a favore dell’introduzione di un terzo sesso.

Commentando il titolo della puntata «Isch es un Bueb oder es Meitschi?» (È un bambino o una bambina), si chiede perché ai genitori venga chiesto in continuazione quale sia il sesso del loro bambino. Si chiede, inoltre, se sia poi così importante che un bambino sia «maschio o femmina», «entrambi» o «nessuno dei due» dal punto di vista biologico. Wenger-Scherler riconosce che al pubblico potrebbe girare la testa con queste affermazioni e prosegue spiegando che termini come «non-binario», cioè né uomo, né donna, possono costituire una sfida. Si chiede cosa succede con le persone che non rientrano in nessuna categoria, che non possono apporre cioè una crocetta né alla casella maschio, né alla casella femmina, poiché nessuna fa al caso loro.

«Diversità» nella lingua e sui formulari

La pastora desidera che vi sia «diversità» nella lingua e che sui formulari trovi spazio un «piccolo quadratino» dal «grande significato».

Lea Wenger-Scherler strumentalizza «La parola della domenica» per propagandare l’ideologia gender, un’ideologia che mette in pericolo i bambini e distrugge le famiglie. Un’ideologia che vuole ribaltare l’ordine sessuale binario ed equiparare «forme familiari e di rapporti fra persone alternative» alla famiglia naturale, composta da uomo, donna e bambino. Cosa debba avere a che fare tutto ciò con il cristianesimo è un mistero.

Un terzo genere è un costrutto fantasioso di ideologi radicali e dei loro complici attivi nella politica, nei media, in Internet e nelle chiese. Non è altro che un costrutto sociale, in altri termini, uno strumento di attori radicali intenzionati a stravolgere il sistema per permettere all’ideologia LGBT di farsi strada a tutti i livelli, ovunque nel mondo.